“Le persone stupide trattano le battute sulle cose brutte
con lo stesso timore e disgusto con cui le persone intelligenti
trattano le cose brutte vere e proprie.”

 

Nato a Reading, nel Berkshire, nel 1961, Ricky Gervais è un comico, un attore, uno sceneggiatore, un regista, un produttore televisivo e un cantante britannico.

Si avvicina al mondo dello spettacolo da giovanissimo, cantando agli inizi degli anni ‘80 in una band new wave di discreto successo, i Seona Dancing. Dopo questa prima parentesi, si dedica alla radio, diventando uno speaker, e comincia la sua scalata al mondo della comicità, dedicandosi anche a sceneggiature per la televisione.

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Il successo vero e proprio arriva nel 2001, con i 14 episodi della serie The Office, poi riproposta in una versione americana (con Steve Carell), una francese e una tedesca: la serie sbanca ai Golden Globe del 2004 e permette a Gervais di lanciarsi definitivamente nel mondo del cinema, con un debutto alla regia nel 2009 (Il primo dei bugiardi).

Film, programmi tv, interviste: nel giro di pochissimi anni, Gervais è praticamente ovunque, persino in GTA IV, dove i suoi sketch, ridoppiati proprio da lui, finiscono nel locale di Liberty City Split Sides.

Apprezzato, anche se temuto per il suo stile senza peli sulla lingua, finisce per presentare i Golden Globe per 4 volte (2010, 2011, 2012 e 2016), attirando più di una critica: è, comunque, il primo “Master of Ceremonies” dal 1995. Un bel risultato per uno stand up comedian britannico!

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7 Bafta, 5 British Comedy Awards, 3 Golden Globes e 2 Emmy: nonostante tutto, il lavoro di Ricky Gervais continua a convincere e a colpire.

THE OFFICE

Due stagioni e uno speciale natalizio finale, dal 2001 al 2003: come direbbe Gervais, “quality, not quantity”.

Girata con lo stile del falso documentario, The Office è caratterizzata da sketch intervallati da monologhi, vere e proprie interviste durante le quali i protagonisti guardando direttamente in macchina, con un pizzico di disperazione per la propria condizione di eterni sfigati.

La parola d’ordine della serie è sicuramente: IMBARAZZO.
Gervais vuole mettere a disagio il suo pubblico, una caratteristica che conserva in tutti i suoi pezzi: gli argomenti sono quasi sempre tabù, le battute sempre “al limite”, se ce n’è uno, e i personaggi sono così realistici da far quasi male.
È fin troppo facile guardare un episodio e ritrovarci la propria vita!

La versione statunitense, forse addirittura più famosa dell’originale, ha sicuramente conservato questo elemento, ma lo ha circondato con scene più classicamente comiche, più esplicite e più leggere, forse per adattarsi a spettatori con un senso dell’umorismo leggermente diverso da quello britannico.

LA DIFESA DEL COMICO

ricky_gervais_2Ricky Gervais è stato ed è sicuramente uno degli stand up comedian più attivi nel campo della difesa del comico: criticato e attaccato, non ha mai accettato compromessi, facendo scelte che ricordano da vicino la filosofia di Bill Hicks, che – negli anni ’90 – a due intervistatori sconvolti dal suo spettacolo diceva, “posso magari consigliarvi dei giocolieri che potrebbero piacervi?”.

I suoi spettacoli parlano di qualsiasi argomento, con una preferenza netta per quelli più “difficili”: religione, società, uomini e donne, omosessualità, diritti, olocausto, pedofilia, stupro, malattia e fame nel mondo sono solo alcuni esempi.

In caso di controversia, la sua reazione è sempre la stessa: “Non ho intenzione di chiedere scusa per essere stato onesto con me stesso. E nessuno ha il diritto di non doversi sentire offeso. Non dimenticare: solo perché ti senti offeso, non significa che sei nel giusto”.

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Qual è, quindi, il suo obiettivo?
Non solo far ridere, ma far pensare.

Torna di nuovo alla mente Bill Hicks, che a uno spettatore che gli diceva di andare agli spettacoli comici proprio per NON pensare, rispondeva: “E dove vai a pensare? Possiamo incontrarci lì!”.

Ricky Gervais sceglie tematiche difficili per spingere il pubblico a sentirsi a disagio, ad assumere un punto di vista diverso dal solito e, magari, farsi un’idea, trovare una posizione: questa, più di ogni altra, è per lui la missione del comico.