Eddie Murphy non è solo uno stand up comedian: è un attore, un doppiatore, un autore televisivo, un cantante, un comico.

Per tantissimi, è un vero e proprio mito.
È stato imitato nello stile, nella camminata, nel modo di parlare, perfino nel modo di portare i capelli ed è diventato, giovanissimo, un’icona degli anni ’80 e ’90.
Poi è diventato anche il simbolo delle scelte sbagliate, di qualche flop, di qualche decisione un po’ avventata fatta nella sfera della vita privata: ha incarnato il bello e il brutto della fama, anche contemporaneamente.

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La sua carriera inizia a soli 19 anni, quando approda al Saturday Night Live: Margaret Oberman, una delle autrici dello show, ha affermato che il giovane Murphy e Bill Murray sono stati i due comici di maggior talento del programma. E, in effetti, gli sketch che vedono Murphy protagonista sono esilaranti: dall’imitazione di un incomprensibile James Brown agli stereotipi sulla comunità afroamericana, passando per la rappresentazione dei bianchi e i suoi monologhi fulminanti, Eddie Murphy rimane una delle punte del SNL per quasi quattro anni.

Nel 1983, lascia il programma e si dedica a cinema e stand up comedy.
Per quanto i suoi film, ci sarebbe da scrivere per ore: Beverly Hills Cop, Una poltrona per due, Il principe cerca moglie, Il bambino d’oro, Ancora 48 ore…. Per tutti gli anni ’80 e un bel pezzo dei ’90 sembra che non possa esistere commedia di successo senza la sua presenza.

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Ma la stand up comedy è il mezzo che utilizza per farsi conoscere sul serio, abbandonati i panni del comico irriverente e dell’attore del momento.
Nel 1983, crea e porta in giro per gli Stati Uniti Delirious, uno dei suoi spettacoli più famosi: il suo vestito rosso, quella specie di tuta con gioielli in bella vista, diventa da subito un’imitatissima icona di stile, che perseguiterà tantissimi giovani per tutti gli anni ’80.
Durante lo spettacolo, Eddie Murphy affronta le sue tematiche preferite: donne contro uomini, bianchi contro neri, ricchi contro poveri, ma aggiunge anche qualche riferimento (contestatissimo) a comunità gay e grandi star mondiali, imitando l’amato James Brown, ma anche Stevie Wonder, Elvis e Michael Jackson.
La differenza principale con il SNL? La volgarità.
In un susseguirsi sorprendente, Murphy pronuncia la parola “fuck” 230 volte e la parola “shit” 171: inutile dire che anche questo dettaglio contribuì ad aumentare la popolarità dello show.

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Quattro anni dopo, però, ci fu il vero boom: Eddie Murphy Raw diventa un film (da noi ridoppiato con la fantastica voce di Accolla), distribuito in tutto il mondo e capace di incassare oltre 50 milioni di dollari.
Il lungo monologo tratta di tematiche simili al precedente, ma – questa volta – c’è una aggiunta esilarante: una parentesi dedicata a Bill Cosby, che lo accusa di essere troppo volgare – e Richard Pryor, che – diplomaticamente – risponde a Cosby, dicendo: “Have a Coke and a smile and shut the fuck up!”.

Al telefono, Pryor chiede a Murphy: “Quello che dici fa ridere la gente?”, “Si”, “Allora continua così”.

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Un consiglio prezioso, che Eddie Murphy segue alla lettera, fra alti e bassi, ancora oggi.

Tre curiosità:
– il film Raw segnò, nel 1987, il record come pellicola contenente il maggior numero di ripetizioni della parola “fuck” (223): mantenne il primato per ben 3 anni, superando Scarface. Nel 1990, venne sorpassato da Quei bravi ragazzi.
– Eddie Murphy è un attore di grande talento, anche quando non è impegnato nelle commedie: per il film Dreamgirls ottenne un Golden Globe e una nomination agli Oscar, ritornando definitivamente alla ribalta.
– Chiamato a ritirare il Mark Twain Prize for American Humour, Murphy è tornato – dopo tantissimi anni – a imitare Bill Cosby sul palco: tanti hanno visto questo discorso come un “test” per un eventuale ritorno alla stand up comedy.