Richard Pryor è uno di quei comici che tutti gli altri comici amano. È uno di quei comici che tutti gli altri comici vorrebbero essere.
È uno di quei comici che hanno fatto la differenza quando c’era davvero bisogno di un cambiamento.

Nato nel 1940 a Peoria, in Illinois, arriva sui palchi da stand up comedian già negli anni ’60, con spettacoli che fanno da subito il pienone: Pryor è diretto, senza peli sulla lingua, eccessivo, onesto.
Si muove in modo frenetico, racconta le sue storie interpretando vari personaggi e, soprattutto, affronta senza farsi tanti problemi delle tematiche impensabili per quegli anni: razzismo, discriminazione, violenze della polizia, sesso.
Anni dopo, con la stessa identica onestà parlerà anche del consumo di droghe, del suo tentato suicidio, dei suoi problemi di salute, persino dell’AIDS, che negli anni ’80 cominciava a farsi tristemente conoscere.

Richard Pryor ed Eddie Murphy

Richard Pryor ed Eddie Murphy

Eddie Murphy lo adora e, in uno dei suoi spettacoli, ammette serenamente di essere cresciuto imitando Richard Pryor in tutto e per tutto: i vestiti, la presenza scenica, lo stile, anche la volgarità. Dopo essere stato criticato da Cosby, Murphy chiamò proprio Pryor chiedendogli consiglio.
La risposta è da manuale della stand up comedy:
“Le cose che dici fanno ridere la gente?”
“Si”
“Allora continua a raccontarle!”

L’idea di Pryor è piuttosto chiara: si può parlare, e si può ridere, di tutto. Senza limiti.
Dei poliziotti che sparano senza motivo sui ragazzi di colore, dei giornali che ti danno per spacciato, delle differenze fra bianchi e neri, dei tuoi sette matrimoni con cinque donne diverse, della depressione che ti spinge a fare uso di crack per giorni, a cospargerti di rum e poi a darti fuoco, spedendoti in ospedale per ben sei settimane.
Lo spirito di Pryor si traduce, dal ’68 all’83, in diciannove album comici, fra cui i famosissmi …is it something I said?, Bicentennial Nigger e Richard Pryor: Live on the Sunset Strip, tutti premiati con un Grammy.

Nei suoi spettacoli, Pryor era solito accendersi una sigaretta dopo aver raccontato di essersi dato fuoco

Nei suoi spettacoli, Pryor era solito accendersi una sigaretta dopo aver raccontato di essersi dato fuoco

Ma Pryor diventa stra famoso negli anni ’80 anche per una serie di film comici, per la sua collaborazione fortunata con un altro mito, Gene Wilder, e per la sua comparsa in Superman III: da stand up comedian diventa attore, scrittore, cantante. La sua figura si ingigantisce così tanto da essere riconosciuta da tutti i colleghi: Cosby, Murphy, Seinfeld, Goldberg, tutti apprezzano il suo lavoro e il suo coraggio.

Nel 1986, gli viene diagnosticata la sclerosi multipla, malattia che degenera velocemente negli anni ’90, costringendolo su una sedia a rotelle: Richard Pryor continuerà a lavorare comunque, ”sfruttando” la sua condizione per interpretare parti diverse dal solito.
Muore nel 2005, a 65 anni.

Richard Pryor e Gene Wilder nella scena finale di Non guardarmi: non ti sento

Richard Pryor e Gene Wilder nella scena finale di Non guardarmi: non ti sento

In carriera, ha vinto un Emmy, cinque Grammy, l’American Academy of Humor Award, il Writers Guild of America Award, il Kennedy Center Mark Twain Prize for American Humor: la tv Comedy Central lo ha scelto come miglior comico di tutti i tempi, davanti a George Carlin e Lenny Bruce.

A Peoria, dal 2015, c’è una statua che lo raffigura.
Sulla targhetta si legge: “Richard Pryor: more than just a comedian”.