Il 21 luglio del 1951 nasceva a Chicago Robin Williams.
Famosissimo a livello planetario come attore comico/drammatico e come doppiatore, iniziò a muovere i suoi primi passi nel mondo dello spettacolo come stand up comedian.

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Negli anni ’70, infatti, appena diplomato alla rinomata Juilliard School di New York, aveva deciso di tornare nella sua California e iniziare dai locali, dai club che ogni sera lasciavano il palco libero e il microfono aperto.
Prima l’Holy Club Zoo di San Francisco, poi il Comedy Club, l’Home Box Office, l’Improv e il Roxy di Los Angeles: alla fine degli anni ’70, Robin Williams si era già fatto un nome ed era già stato notato dal produttore George Schlatter.

Anche per questo, nel ’77 finì in una puntata di Happy Days, interpretando un certo “Mork”: l’anno dopo iniziò la sua serie tv, proprio “Mork e Mindy”.
Il programma durò fino all’82, dandogli una notorietà incredibile: moltissimi anni dopo, ospite al talk show britannico di Graham Norton, Williams dirà che, nonostante l’Oscar e i ruoli impegnati, la gente continuava a fermarlo per strada gridandogli semplicemente “EHI, MORK!”.

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Il successo della serie tv, però, non gli fece dimenticare le origini: la sera continuava ad andare nei locali a perfezionare il suo stile, soprattutto per quanto riguarda l’improvvisazione.
Le sue ispirazioni comprendevano Peter Sellers, Lenny Bruce, Jay Leno, Richard Pryor e Jonathan Winters: guardandoli, Robin Williams capì fin da giovanissimo che su un palco si può ridere di tutto, anche – e soprattutto – di se stessi, in una sorta di gigantesca seduta di terapia gratuita.

I suoi speciali comici per la HBO iniziarono nel ’78: Off the Wall (1978), An Evening with Robin Williams (1982) e Robin Williams: Live at the Met (1986), seguiti anni dopo da Robin Williams Live on Broadway (2002) e Weapons of Self Destruction (2009).
Nonostante la notorietà, le nomination, i premi, i ruoli drammatici, Williams non abbandonò mai del tutto il palco: persino il suo Genio nel film di animazione Aladdin ricorda, a tratti, uno stand up comedian!

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Anche per questo, non verrà mai dimenticato.

Robin Williams: a mani libere sul palco

Lo stile di Robin Williams sul palco è molto particolare, in qualche modo vicino a tanti personaggi dei suoi film.

Dinamico, sempre in movimento, quasi nevrotico, non usa il classico “gelato”, ma un microfono agganciato alla maglietta o all’orecchio: ciò gli permette di muoversi liberamente, usando tutti gli oggetti in scena, bottigliette dell’acqua comprese.
Ritmo, ritmo, ritmo: le pause nei suoi bit sono veramente pochissime e il suo modo di parlare – generalmente velocissimo, interrotto da frammenti più lenti, inseriti ad arte – fa già ridere da solo, con imitazioni, voci e accenti.

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Gli argomenti?
Politica e religione, soprattutto, seguiti da società, relazioni, minoranze, conflitti fra uomini e donne, uguaglianza e diritti.
Su tutto regna un costante cinismo con punch line che arrivano quando meno te le aspetti.