Cos’hanno in comune George Carlin e Rossella O’Hara? Apparentemente nulla e invece… come per interpretare l’eroina di Via col Vento si aprì un “contest” alla radio in cui il pubblico acclamava un’attrice o l’altra, fioccano in rete le scommesse sull’attore protagonista del biopic sul comico americano. (Russel Crowe è il favorito, nel caso ve lo chiedeste….)
Fine delle coincidenze? Macché…

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George Denis Patrick Carlin nasce a Manhattan, nel 1937, da famiglia di origine irlandese e cattolica (uguale a Rossella); come la nonna O’Grady rigetta la tipica O’ durante la traversata oceanica, lui ripudia la religione, pur seguendo un iter scolastico prettamente cattolico e discontinuo. Una volta maggiorenne si arruola nell’aeronautica, dove viene giudicato “improduttivo” e passa dalle cuffie del tecnico radar a quelle del disc-jockey. Nel 1959 forma un duo comico con l’amico Jack Burns, che lo porta dalla radio agli studi televisivi californiani. Il materiale comico è convenzionale (prende in giro gli show dell’epoca con le sue imitazioni, ma è la ribellione del teen-ager nei confronti di una famiglia benestante da cui si fa coccolare). La sua personalità però non è convenzionale affatto: quando il collega Lenny Bruce fu arrestato e la polizia chiese di interrogarlo, rispose di non credere nei documenti di identificazione… e fu arrestato.

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La svolta arriva fra gli anni ’60 e ’70, quando è ormai un solista con una carriera avviata. La scelta, come per la nostra Rossella, è quella di dare libero sfogo al vero IO, rischiando di perdere l’apprezzamento di una società che, comunque, li ha portati al successo. (Non tutti si accontentano di avere il vitino più piccolo della Georgia o di intrattenere il sonnacchioso pubblico di Las Vegas). George riparte da New York, con cachet dimezzato, nuovo manager, clubs più piccoli…. E capelli lunghi, barba e orecchini: è l’incarnazione della sua nuova voce comica e il pubblico è pronto.

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I temi si fanno controversi: marijuana, anticoncezionali, cannibalismo, genocidio, sacrifici umani, e la teoria che gli uomini siano inferiori agli altri animali. L’amore per il linguaggio e l’antimoralismo con cui lo esplora sfociano nel famoso pezzo “7 PAROLE CHE NON PUOI DIRE IN TV”: nuovo arresto e guerra dichiarata alla censura. Ma la fama del comico cresce, arrivano i riconoscimenti e, con gli anni ’80, una ricca carriera fra cinema, tv e intrattenimento per famiglie.

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Fortunatamente, lo spirito anarchico di George non si addomestica: ogni volta che inizia a sentirsi approvato dal grande pubblico, suona la sveglia e lui riparte a stanare maschere e paure di una società appisolata. Certo, le affermazioni su quanto gli siano stati utili LSD e mescalina sembrano forti, ma sono le frecciate più sottili a renderlo unico, come quando rivela di essere devoto a Joe Pesci… “perché sembra un tipo che sa portare a termine le cose”.
Che dire? Le parole fanno ancora paura. E pensare che una delle prime battaglie vinte contro la censura fu per quel famoso “FRANCAMENTE ME NE INFISCHIO” che Rossella O’Hara si becca sul finale.

Gloria Rante